Il violinista Maximilian Simon, affascina pubblico e critici sia online che offline, con la sua musicalità, l’entusiasmo per il suo lavoro e il suo carisma lodandone la sua “espressività, a dispetto delle grandi difficoltà tecniche superate in maniera immacolata” (Rheinzeitung)

Nato nel 1988 a Coblenza (Germania), Maximilian Simon ha iniziato a suonare il violino all’età di sei anni, vincendo l’ anno successivo il suo primo concorso violinistico a cui hanno fatto seguito altri primi premi ai concorsi nozionali “Jugend Musiziert ” e nel Mozart-Price di Coblenza.

Ha studiato presso la Hochschule für Musik Hanns Eisler ” di Berlino ( con il Prof. Wallin) e attualmente presso Hochschule für Musik, Theater und Medien Hannover ( con il Prof. Wegrzyn) dove completerà il suo ciclo di studi.

Maximilian ha debuttato nel 2009 con la Folkwang Kammerorchester Essen sotto la direzione di Bernhard Steiner suonando il “Concerto funèbre” di Karl Amadeus Hartmann.

Ha collaborato con varie orchestre tra cui la Philharmonie Rheinische Philharmonie Koblenz e la Jenaer Philharmonie e ha partecipato a importanti festival come Schwetzinger SWR Festspiele, Festspiele Mecklenburg-Vorpommern, festival estivo di Salisburgo, Young Euro Classics a Berlino, Dialog of 4 culture a Lodz (Polonia), Mittelrhein Musik Festival, Internationale Musiktage Koblenz e Gezeitenfestival in Ostfriesland.

Le produzioni radiofoniche per SWR 2, HR 2 e Radio Deutschland testimoniano le sue qualità artistiche.

Ha ricevuto una borsa di studio della Zukunftsinitiative Rheinland-Pfalz (ZIRP), e dell’Accademia dell’ orchestra della Staatskappelle Berlin e la Villa Music Rheinland-Pfalz che gli diedero due violini ( Sanctus Seraphin e Vincenzo Panormo ) in prestito per due anni ciascuno.

Attualmente Maximilian suona un violino di Nicolo Amati dal 1623, generosamente fornito da un collezionista privato

“Maximilian Simon volteggiava le dita sulle corde, strappandole e accarezzandole con una tale passione che il pubblico inizialmente trattenne il respiro, per poi seguirlo con stupore fino all’ ultima nota per poi applaudirlo. Con un lungo applauso”
(Ostfriesische Nachrichten)